Presentazione Squadre 2018, Trek – Segafredo
Non una rivoluzione, ma tanti cambiamenti per la Trek – Segafredo 2018. L’addio di Alberto Contador, seguito da alcuni suoi fedelissimi, ha lasciato un buco difficilmente colmabile e la squadra alla fine non ci ha neanche realmente provato, preferendo aspettare almeno un anno, anche con la possibilità di valutare la crescita dei suoi giovani. I nuovi innesti sono andati dunque soprattutto a cercare di puntellare e rafforzare un organico largamente già competitivo su quasi tutti i terreni, con particolare attenzione alle nuove leve.
Gli uomini più attesi
L’assenza del Pistolero si farà chiaramente sentire, ma in squadra ci sono comunque uomini in grado di tenere alta la bandiera del team. Primo su tutti è John Degenkolb, corridore in carriera già capace di conquistare due monumento, tante altre classiche e tappe nelle corse più importanti. Classe 1989, arriva da due stagioni difficili, pesantemente condizionate da infortuni, tanto da esserne stato debilitato anche mentalmente. Resta comunque un corridore di altissimo livello, che può regalare successi di primo piano alla sua squadra, che attorno a lui sta costruendo un gruppo che nelle classiche può avere un ruolo di primo piano grazie alla presenza in squadra anche di corridori come Jasper Stuyven, che a sua volta ha uno spunto veloce molto interessante, oltre che grandi qualità sul pavé. Nato nel 1992, lo scorso anno ha concluso in quarta posizione la Parigi-Roubaix, corsa che solitamente necessita di tanta gavetta. Interessante sarà anche vedere l’evoluzione dell’ex recordman dell’ora Matthias Brandle, che sta lavorando alacremente per dire la sua anche al nord, non solo a cronometro.
In tema ruote veloci la compagine statunitense ha anche un altro sprinter in grado di giocarsela con i big, corridore coriaceo che può superare bene anche i percorsi misti, l’ex campione italiano Giacomo Nizzolo. Reduce da una stagione disastrosa, il ciclista brianzolo si presenta con grande voglia di riscatto per continuare il suo percorso di crescita per trasformare i numerosi piazzamenti ottenuti sinora in successi pesanti. Tra gli uomini di fiducia del corridore lombardo ci sarà Eugenio Alafaci, corridore che sta facendo la sua lunga gavetta, con la possibilità di trovare anche lui un po’ di spazio. Altra ruota veloce, come supporto, ma anche in grado di provarci in prima persona in alcune occasioni, è Boy Van Poppel.
Decisamente molto più di uno sprinter è Fabio Felline, uno dei corridori più versatili dell’intero panorama ciclistico internazionale. Corridore veloce, ha dimostrato una straordinaria tenuta anche in salita e ottime qualità a cronometro, con la possibilità anche di farsi notare sul pavé. Classe 1990, è passato professionista giovanissimo, ma la possibilità di iniziare da subito il confronto con i grandi sta dando i suoi frutti in questi ultimi anni, con il torinese che sta trovando una sua dimensione importante. Gli manca il successo che gli possa indicare la via, potrebbe essere l’anno giusto.
Se il comparto salite è orfano dell’insostituibile Pistolero, la squadra ha comunque buoni corridori si cui puntare, con Bauke Mollema che riprende in mano la squadra. Il corridore neerlandese non è un Contador, ma in questi anni ha mostrato di potersela giocare con i migliori in salita, ottenendo numerosi risultati di prestigio. La sua tenuta sulle tre settimane si è spesso dimostrata un problema, ma è qualcosa che può venire fuori con il tempo e lui continua a lavorarci, accumulando esperienza preziosa. Fedelissimo dello spagnolo lo scorso anno, Jarlinson Pantano ha accantonato il piglio che lo aveva contraddistinto in precedenza, ma quest’anno avrà modo di rispolverare tutta la sua grinta per tornare a farsi vedere, con la possibilità anche di testarsi in ottica classifica generale.
Per le salite sono arrivati anche Gianluca Brambilla e Toms Skujins, corridori che sinora si sono soprattutto contraddistinti per il loro stile all’attacco, ma che la squadra vorrebbe provare con altri ruoli. L’italiano in carriera ha già mostrato di poterlo fare, seppur a fasi alterne, ma con la maturazione e il giusto supporto potrebbe avere quest’anno l’occasione che gli è mancata nelle ultime stagioni. Molto più giovane il lettone, diventato famoso per aver twittato in diretta la sua lunga fuga alla Milano-Sanremo (ovviamente, non era lui) e per la tremenda caduta in California in seguito alla quale è subito tornato in bici barcollante, che ha nella determinazione e nella grinta due qualità importanti. Già capace di vincere in questo inizio di stagione, potrebbe essere un uomo importante nelle brevi corse a tappe, o comunque nella caccia ai successi parziali.
Le Giovani Promesse
In una squadra in cui i giovani hanno un ruolo importante, la palma del più piccolo spetta al nostro Nicola Conci, scalatore classe 1997. Aspettarsi risultati da lui in qusta prima stagione sarebbe caricarlo di pressione, ma l’azzurrino è un corridore di buone prospettive che potrebbe trovare rapidamente il suo posto in squadra, in supporto dei capitani dai quali imparare. Discorso simile per il danese Niklas Eg, corridore classe 1995 che grazie al sistema continental scandinavo ha già avuto modo di fare una discreta esperienza anche contro professionisti. A 23 anni da poco compiuti potrebbe già ritagliarsi qualche piccolo spazio per sé e in questo inizio di stagione non ha deluso.
L’altro neoprofessionista è Alex Frame, che passa alla soglia dei 25 anni. Non più giovanissimo, arriva dalla Nuova Zelanda e ha già ottenuto qualche buon risultato, seppur in corse non proprio dalla grande concorrenza. Ha sicuramente comunque margini di progressione sui quali contare, cercando di far valere la sua potenza. Da vedere anche la crescita di Gregory Daniel, 23enne statunitense abbastanza completo, che a crono ha sinora ottenuto i migliori risultati, anche tra i professionisti, così come di Tsgabu Grmay, corridore etiope che vanta già una buona esperienza nel WorldTour. A 26 anni non è più giovanissimo, ma ha iniziato tardi quindi la sua crescita potrebbe essere ritardata.
Le cronometro sono anche il terreno di predilezione di uno degli specialisti più interessanti per il futuro, il 23enne irlandese Ryan Mullen, già capace di ottenere un quinto posto mondiale nella specialità due anni or sono. Quest’anno ha già vinto, ottenendo così la sua prima vittoria al di fuori dei titoli nazionali (due crono e due in linea sinora). Oltre alle prove contro il tempo, sarà prezioso al nord, dove ha già iniziato il suo apprendistato in questi anni.
Coriaceo è anche il danese Mads Pedersen, classe 1995 che in carriera ha già ottenuto sette vittorie, tra le quali il Giro di Danimarca lo scorso anno. Corridore abbastanza completo, ha molto margine di progressione su più terreni e sarà interessante vederne l’evoluzione, con le classiche che sembrano uno sbocco naturale. Son le salite invece il terreno di Ruben Guerreiro e Michal Gogl, che malgrado la giovane età hanno già una buona esperienza e risultati interessanti sui quali contare, anche ad alti livelli con piazzamenti nei dieci in corse importanti come Bretagne Classic, Tour Down Under (il portoghese), Amstel Gold Race e Vuelta a España (l’austriaco). Possono essere già pedine importanti per i capitani, con la possibilità di avere momenti per sé da cercare di sfruttare.
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